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Il Maschio Angioino |
E’ una storia di burocrazia e corruzione. E’ una storia tra
l’ignominia e la saccenza, mescolata all’ignoranza. Una di quelle che, a voler
prendere in prestito le parole di Fabrizio De André, doveva essere “una storia
da dimenticare, una storia da non raccontare, una storia un po’ complicata, una storia sbagliata”.
Proprio per questo abbiamo deciso di renderla pubblica, nonostante i “consigli
e gli avvertimenti” di persone che nei giorni scorsi hanno caldeggiato il
silenzio su questa assurda vicenda. Ma al punto in cui siamo arrivati non si
può tacere. Di più. Prima di scrivere questo articolo, abbiamo consegnato tutti
documenti in nostro possesso ai magistrati della Procura di Napoli che
indagheranno e faranno luce su tutto ciò che stiamo per raccontare.
La storia
viene da lontano. Ha inizio durante la giunta di Maurizio Valenzi. O, per
meglio dire, negli uffici del Commissario Straordinario per la ricostruzione
del dopo terremoto del 23 novembre 1980 di cui era responsabile Valenzi. E’ un
architetto napoletano a partorire l’iniziativa, Ciro Scognamiglio. Il giovane
professionista, che all’epoca aveva 34 anni, propone al Commissario Valenzi un
progetto per la realizzazione di alloggi popolari nel fossato del Maschio
Angioino. Valenzi da uomo di cultura e artista eclettico, bollò l’idea
come “un’inutile follia”. Il progetto,
però, fu presentato ugualmente perché nessuno si preoccupò di comunicare il
diniego espresso dal Commissario Straordinario per la ricostruzione
all’architetto Scognamiglio.
Passarono
alcuni anni e nel 1984, col cambio della guardia al Comune, cambiarono molti
dei funzionari nella struttura Commissariale. L’architetto Scognamiglio ritornò
alla carica e chiese ai nuovi funzionari che fine avesse fatto il suo progetto.
La risposta fu più o meno la stessa: “E’ una follia”. Ma a quel punto il
professionista pretese di essere pagato il suo lavoro. La vertenza andò avanti per
alcuni anni, finché Ciro Scognamiglio non si rivolse alla magistratura per
ottenere il compenso richiesto, che all’epoca era di 150 milioni di lire, più
il pagamento degli oneri della cassa di previdenza per gli architetti. Il
pagamento avvenne materialmente due anni dopo, ma la realizzazione dell’idea
progettuale rimaneva pur sempre
“un’inutile follia”. Per anni quel
progetto è rimasto chiuso in uno degli armadietti degli uffici del
Commissariato per la Ricostruzione, fino a quando un funzionario del
dipartimento “Sisma 1980”, che nel frattempo è diventata una struttura
assorbita dal Comune di Napoli, non riesumò quell’idea e, invece degli alloggi
popolari, volle farne dei parcheggi.
L’ingegner Gennaro Esposito, funzionario
responsabile della struttura, convocò all’inizio del mese di maggio del 2002
l’architetto Scognamiglio nei suoi
uffici e gli propose di modificare il progetto per realizzare un parcheggio
sotterraneo proprio sotto il torrione lato Nord del Maschio Angioino. A
Scognamiglio, però, non fu data alcuna indicazione di quanti parcheggi
realizzare. Il progetto si arenò per un periodo, anche perché nel frattempo
l’ingegnere Esposito era andato in pensione. Scognamiglio non trovò
interlocutori interessati e nessuno degli altri funzionari era motivato a
portare avanti l’idea del parcheggio sotterraneo. Però, anche stavolta, Ciro
Scognamiglio, giocando sul fatto che un incarico l’aveva ricevuto, il 7 giugno
del 2004 consegnò nell’ufficio protocollo del comune il suo progetto. Agli
elaborati fu assegnato il numero di protocollo 37.265. Anche in questo caso il
progetto è rimasto lettera morta e affossato in uno degli armadietti
nell’ufficio tecnico del Comune di Napoli, fino a quando Ciro Scognamiglio non
è tornato alla carica per essere liquidato per il suo nuovo lavoro. Stavolta,
però, la strada è risultata più complicata. Scognamiglio si rivolge nuovamente alla
magistratura per ottenere circa 90 mila euro. Anche in questa occasione le sue
ragioni prevalgono grazie a qualche complicità nella struttura dirigenziale. Ma
le difficoltà finanziarie del Comune non permettono la liquidazione materiale
del compenso dovuto.
Tre anni dopo Scognamiglio muore per un tumore al colon
retto e la liquidazione a tutt’oggi è
ancora in sospeso. Nessuno più l’ha rivendicata. Il progetto, nel frattempo, è rimasto fermo
in qualche cassetto degli uffici comunali. Passano tre anni e al funzionario Lucio
Perretta, viene l’idea di tirare fuori il progetto di Scognamiglio e di inserirlo nel piano triennale dei lavori
pubblici che saranno finanziati in parte con fondi regionali in parte con i
fondi Fers. Il progetto, di circa 120 milioni di euro, viene approvato
dall’attuale Giunta Comunale a “scatola chiusa”, come si fa spesso negli Enti
Locali, sulla base delle proposte e delle relazioni dei funzionari comunali. Ma,
esattamente una settimana fa, il coordinatore dell’ufficio urbanistica tira
fuori il progetto e comincia ad esaminarlo nei particolari e scopre che per la
realizzazione del parcheggio sotterraneo è previsto l’abbattimento del torrione
Nord del Maschio Angioino. Apriti cielo. Vanno tutti nel panico. “Possibile che nessuno
se n’è accorto?” Si domandano i funzionari? Il bello è che il progetto è stato
finanziato e farà parte del bando di gara che verrà pubblicato il 3 aprile. Una
procedura che è più facile mandare avanti che fermare, perché rientra nella “procedura
europea d’urgenza”.
E’ un treno in corsa che potrà solo andare a sbattere da
qualche parte. Insomma quel torrione del Maschio Angioino è probabile che andrà
giù. Il sindaco, appena appresa la notizia, è sembrato cadere dalle nuvole. L’assessore ai
lavori pubblici non ne parliamo. Gli altri assessori non sono da meno:
“Qualcuno ci ha ingannati su questa vicenda”. E i funzionari? e il segretario
comunale? come hanno fatto a cadere in questa trappola? E la Soprintendenza ai
monumenti? Sembra incredibile che un
progetto nato in maniera surreale abbia potuto produrre tanti effetti e
fare tanti danni superando tutti i controlli possibili e immaginabili. Tutti
ingenui? Tutti innocenti o hanno chiuso gli occhi per via di quelle somme così
alte per la realizzazione del parcheggio? E’ possibile che dietro queste
“disattenzioni” ci siano connivenze a vari livelli? Ora su questa vicenda farà
luce la magistratura. Chi la prenderà a ridere, e non sarà l’unico, sarà Ciro
Scognamiglio, che nel suo loculo al Cimitero di Napoli si starà sbellicando
dalle risate su “un’inutile follia”.
OVVIAMENTE E' UN PESCE D'APRILE