lunedì 19 maggio 2014

CONDANNATO A DICIOTTO MESI SINDACO DI SANT'ARPINO, EUGENIO DI SANTO. AVEVA CHIESTO A IMPRENDITORE UN BRACCIALETTO CON DIAMANTI

Eugenio Di Santo
Un anno e sei mesi. Questa la condanna comminata stamani ad Eugenio Di Santo, sindaco di Sant’Arpino, da parte del tribunale di Napoli Nord. Di Santo, che è agli arresti domiciliari dal 21 dicembre scorso, ha chiesto tramite i suoi avvocati  Giuseppe Stellato e Raffaele Costanzo, di poter essere giudicato con il rito abbreviato. Il collegio presieduto dal giudice Alberto Maria Picardi, ha accolto la richiesta di patteggiamento. Richiesta a cui non si è opposto il Pm, Simone Roxas.

La vicenda che ha portato agli arresti il primo cittadino di Sant’Arpino è cominciata ad ottobre 2013, dopo  che la  società “Marty srl” di Lusciano si è aggiudicata la gara per il servizio mensa nelle scuole d’infanzia del Comune, per un importo di 170mila euro. Il sindaco, Eugenio Di Santo, siamo alla fine di ottobre, contatta il titolare della ditta con il pretesto di risolvere il problema di alcuni bambini affetti da celiachia. 

In realtà il primo cittadino chiede a Mottola di poter avere in regalo un braccialetto del tipo tennis corredato da diamanti. Un regalo del valore di circa tremila euro. Il sindaco, in alternativa, chiede di poter avere la somma  in denaro direttamente nelle proprie mani. Sostiene di doverne fare un regalo ad un fantomatico giudice.  L’imprenditore prende tempo. Ma  il sindaco di Sant’Arpino insiste. Così il primo novembre il titolare della “Marty srl”, si reca dai carabinieri di Lusciano e denuncia tutto. E non è la prima volta che Mottola si rivolge ai carabinieri per difendersi da richieste estorsive. Da quel momento in poi vengono disposte le intercettazioni nei confronti del  sindaco.

E quello che viene registrato dai carabinieri è inequivocabile. “Devi lavorare in prospettiva, in prospettiva per la gara dell’anno prossimo” dice il primo cittadino all’imprenditore. “Io ti dissi massimo due, due e cinque – insiste il sindaco – ma tu li puoi dare pure a me e glielo vado a prendere io, cioè se tu hai problemi su come devi fare e chi li deve prendere”. “In contanti” risponde l’imprenditore. “eh, eh vedo io di prendergli una cosa intorno a questi due e cinque – specifica ulteriormente il sindaco – cioè risparmi, non è che, io non ti voglio far spendere quattro cinquemila euro, figurati un poco”.

Nell’udienza di stamani Di Santo si è dichiarato colpevole del reato di cui era accusato, vale a dire la tentata induzione indebita a dare o promettere utilità. Di Santo, che attualmente è sospeso dalla carica di Sindaco, ha avuto la pena sospesa, ma a condizione che vengano pagati i danni morali, all'imprenditore Francesco Mottola, che lo ha denunciato, ed al Comune di Sant'Arpino. Danni quantificati in 2.500,00 euro ciascuno e che devono essere pagati entro 30 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza.