Eugenio Di Santo |
Un anno e sei mesi. Questa la condanna
comminata stamani ad Eugenio Di Santo, sindaco di Sant’Arpino, da parte del
tribunale di Napoli Nord. Di Santo, che è agli arresti domiciliari dal 21
dicembre scorso, ha chiesto tramite i suoi avvocati Giuseppe Stellato e Raffaele
Costanzo, di poter essere giudicato con il rito abbreviato. Il collegio
presieduto dal giudice Alberto Maria Picardi, ha accolto la richiesta
di patteggiamento. Richiesta a cui non si è opposto il Pm, Simone Roxas.
La vicenda che ha portato agli arresti
il primo cittadino di Sant’Arpino è cominciata ad ottobre 2013, dopo che
la società “Marty srl” di Lusciano si è aggiudicata la gara per il
servizio mensa nelle scuole d’infanzia del Comune, per un importo di 170mila
euro. Il sindaco, Eugenio Di Santo, siamo alla fine di ottobre, contatta il
titolare della ditta con il pretesto di risolvere il problema di alcuni bambini
affetti da celiachia.
In realtà il primo cittadino chiede a
Mottola di poter avere in regalo un braccialetto del tipo tennis corredato da
diamanti. Un regalo del valore di circa tremila euro. Il sindaco, in
alternativa, chiede di poter avere la somma in denaro direttamente nelle
proprie mani. Sostiene di doverne fare un regalo ad un fantomatico giudice.
L’imprenditore prende tempo. Ma il sindaco di Sant’Arpino insiste. Così
il primo novembre il titolare della “Marty srl”, si reca dai carabinieri di
Lusciano e denuncia tutto. E non è la prima volta che Mottola si rivolge ai
carabinieri per difendersi da richieste estorsive. Da quel momento in poi
vengono disposte le intercettazioni nei confronti del sindaco.
E quello che viene registrato dai
carabinieri è inequivocabile. “Devi lavorare in prospettiva, in prospettiva per
la gara dell’anno prossimo” dice il primo cittadino all’imprenditore. “Io ti
dissi massimo due, due e cinque – insiste il sindaco – ma tu li puoi dare pure
a me e glielo vado a prendere io, cioè se tu hai problemi su come devi fare e
chi li deve prendere”. “In contanti” risponde l’imprenditore. “eh, eh vedo io
di prendergli una cosa intorno a questi due e cinque – specifica ulteriormente
il sindaco – cioè risparmi, non è che, io non ti voglio far spendere quattro
cinquemila euro, figurati un poco”.
Nell’udienza di stamani Di Santo si è
dichiarato colpevole del reato di cui era accusato, vale a dire la tentata
induzione indebita a dare o promettere utilità. Di Santo, che attualmente è
sospeso dalla carica di Sindaco, ha avuto la pena sospesa, ma a condizione
che vengano pagati i danni morali, all'imprenditore Francesco Mottola, che lo
ha denunciato, ed al Comune di Sant'Arpino. Danni quantificati in 2.500,00
euro ciascuno e che devono essere pagati entro 30 giorni dal passaggio in
giudicato della sentenza.