E' scattata all'alba l'operazione "Talking Tree". 23 le ordinanze di custoria cautelare emesse nei confronti di altrettanti esponenti di una cellula camorristica con basi in Versilia. Le indagini erano state avviate dalla Squadra Mobile di Caserta nel 2009, all’epoca finalizzata alla cattura del latitante IOVINE Antonio alias O’ Ninno, poi proseguita congiuntamente alla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Firenze. Smantellata quella che è stata definita dagli inquirenti "una cellula operativa del clan dei Casalesi insediata in Toscana", nel comprensorio di Viareggio (LU), riconducibile al gruppo SCHIAVONE-RUSSO, ed in particolare alla fazione LUCARIELLO-MUNDO, egemone in Gricignano d’Aversa (CE), Succivo (CE) ed Orta di Atella (CE). In pratica gli arrestati stavano per trasformare Viareggio in una succursale di Casal di Principe, sfruttando come autentiche teste di ponte gli imprenditori casertani trasferitisi oltre 30 anni fa in Toscana. Per questo sono stati fermati in Versilia i referenti dei più importanti clan della «confederazione Casalese». Il maxiblitz che ha visto in azione le Squadre Mobili di Caserta e di Firenze, coordinate dal Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato, dalle DDA di Napoli (pm Ardituro, Sirignano e Milita) e di Firenze, e dalla Dia partenopea guidata da Maurizio Vallone. Delle ventitrè le ordinanze di custodia cautelare eseguite - 19 sono state emesse dal Tribunale di Napoli. Contestati i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, detenzione e porto di armi (comuni, da guerra e clandestine), ricettazione.
Contestualmente agli arresti, sono scattati, tra Campania e Toscana, i sigilli
ad appartamenti, aziende ed esercizi commerciali, intestati ad affiliati o
prestanome, per un valore di 20 milioni di euro. «Un blitz - ha affermato il
direttore della Direzione anticrimine centrale della Polizia, Gaetano Chiusolo
- che rappresenta il frutto dell'incessante azione di contrasto alla camorra» e
che ha l'obiettivo di «destrutturare i tentativi di infiltrazione nel nord
Italia, colpendo duramente gli interessi economici dei clan». L'inchiesta,
partita tre anni fa dopo l'arresto del boss Antonio Iovine (avvenuto a San
Cipriano di Aversa il 17 novembre 2010), è stata denominata «Talking Tree» in
quanto gli investigatori hanno usato delle telecamere installate sugli alberi,
in un terreno agricolo nei pressi di Viareggio, per incastrare i presunti
affiliati alla cosca, tutti originari del Casertano. Filmati alcuni degli
indagati mentre, nell'ottobre del 2011, sotterravano due pistole facenti parte
di un arsenale nel quale c'erano le armi usate dagli affiliati per le
estorsioni e per risolvere i conflitti con le fazioni opposte.
La penetrazione
in Versilia dei clan Schiavone, Russo e Iovine, è iniziata prima taglieggiando
gli imprenditori campani con aziende a Viareggio, in particolare alcuni
operatori originari di Gricignano d'Aversa, che da iniziali vittime di
estorsione - avrebbero versato per anni tangenti da 3 a 5mila euro - hanno poi
cominciato a collaborare con gli affiliati, indicando altri imprenditori
casertani ai quali chiedere il pizzo.