lunedì 2 dicembre 2013

"TRENTAMILA TUMORI IN PROVINCIA DI CASERTA IN SETTE ANNI" LA DENUNCIA DEI MEDICI PER L'AMBIENTE

Gaetano Rivezzi
“Negli anni dal 2005 al 2012 sono stati 29.619 i casi di tumore accertati in provincia di Caserta”. Gaetano Rivezzi, pediatra e  responsabile regionale della Campania dei Medici per l’Ambiente, snocciola i dati nella sede Asl di Frattamaggiore, con l’aiuto di una lavagna luminosa nel corso di un incontro tra i medici dell’associazione che presiede. “Questi numeri  - spiega Rivezzi - sono stati ottenuti elaborando dati che ci ha fornito il ministro della salute, Renato Balduzzi, e che riguardano i tumori degli ultimi undici anni in tutta Italia, dal 2001 al 2011 per tutte le patologie.  I dati del ministero hanno origine dalla Scheda di dimissione ospedaliera (Sdo). La scheda è lo strumento di raccolta delle informazioni relative ad ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale. Li abbiamo incrociati con i nostri dati, quelli da sempre presenti nei computer dei medici di base e con l’aiuto di alcuni esperti dell’istituto di statistica di Napoli, siamo riusciti ad avere un quadro chiaro. “I tumori sulla popolazione sono quelli al seno, al colon, e alla tiroide. Mentre si nota una stabilizzazione dei tumori del testicolo. Dall’elaborazione dei dati – chiarisce Rivezzi – vengono fuori anche coloro che sono stati curati in altre regioni, ricoverati direttamente negli ospedali di Milano,  Sondrio,  Genova o  Roma. Andando nel merito, abbiamo verificato che i tumori infantili (quelli al tessuto linfatico), in una fascia di età da zero a 19 anni, su una popolazione di 206 mila persone, i tumori accertati sono circa 13 casi per ogni centomila abitanti. Poi ci sono i tumori all’encefalo. Sono  38, di cui 9 verificati  del 2009, 14 nel 2010,  11 nel 2011 e 4 nel 2012. A questi dati mancano quelli extraregionali, cioè i bambini curati fuori dalla Campania. Sappiamo, però, quanto è costato curarli. L’Asl di Caserta ha speso 5 milioni di euro solo di sanità per bambini da 0 a 14 anni.  Ma di questi fondi spesi, solo il 50% è rimasto in Campania. I restanti 2 milioni e mezzo di euro sono andati agli ospedali di Genova, Roma, Milano, ecc.”
 
Da una mappa proiettata su uno schermo gigante,  si evidenzia che i tumori cerebrali sono localizzati tutti nella fascia di confine tra Napoli e Caserta e in particolare nell’Agro aversano che è circa un terzo di tutta la popolazione della provincia.  “Nei quattro distretti di Aversa, Frignano, Casal di Principe e Gricignano - dice il dottor Gaetano Rivezzi -  si sono verificati l’80% dei tumori cerebrali.  Questo tipo di tumore – aggiunge -  è correlabile all’ambiente”.
 
Nel corso della riunione dei medici per l’Ambiente, è stato anche presentato  anche il progetto “EcoFoodFertility”. Si tratta di un  progetto nato per valutare l’impatto ambientale ed alimentare sulla funzione riproduttiva maschile. “La spermatogenesi  - spiega l’andrologo dottor Luigi Montano, che coordinerà il progetto - è un processo molto delicato. Le sostanze tossiche presenti nell’alimentazione incidono sulla formazione di spermatozoi maturi. Uno studio di Elisabeth Carlsen, del Rigshospitalet di Copenhagen, ha verificato che dal 1934 al 1990,  c’è stato un calo nella concentrazione degli spermatozoi. Si partiva da  una produzione di 166 milioni,  ridotti a 66 milioni. Uno studio del Centro di Andrologia dell’Università di Pisa del 2003, in una ricerca condotta su 10 maschi di età media sui 29 anni,  valutò come nelle aree urbane ci fosse  un indice più basso di fertilità rispetto alle aree rurali. Di tutte le aree urbane, l’indice più basso era nell’area a nord di Napoli. Oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità, indica come concentrazione in milioni/per ml di liquido seminale, una normalità di spermatozoi di  15 milioni per ml. In 70 anni c’è stato un  decremento qualitativo e quantitativo del liquido seminale e anche un decremento del volume dell’eiaculato. Oggi siamo scesi al 19% dell’eiaculato”.
 
“Le istituzioni sono latitanti – conclude Gaetano Rivezzi – L’osservatorio epidemiologico regionale è sparito. E il registro tumori stenta a partire. Siamo disponibili a essere il veicolo della prevenzione primaria per i cittadini. E per questo  ci candidiamo ad essere le sentinelle del territorio insieme alle associazioni che fanno parte del “Coordinamento della Terra dei Fuochi”. 

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