sabato 28 settembre 2013

CASAL DI PRINCIPE SCENDE IN PIAZZA PER LE BONIFICHE

"Siamo in strada per la dignità e per la vita". Dietro lo striscione che apre la manifestazione di Casal di Principe sfilano più di duemila persone. Chiedono la bonifica della loro terra che le ecomafie hanno avvelenato. All'appello lanciato dal comitato "terra dei fuochi e dei veleni", hanno risposto davvero in tanti. I rifiuti tossici fatti ritrovare nei giorni scorsi  in alcune zone della città, su indicazione dei collaboratori di giustizia, hanno impressionato tutti. Anche perché da queste parti si continua a morire di tumore. Ormai la gente ha preso consapevolezza. Qualche settimana fa ad Aversa, ieri a Giugliano. Sono migliaia le persone che manifestano in difesa della propria salute. Il grido di dolore è affidato ai  bambini in prima fila che urlano: ”vogliamo vivere, fate le bonifiche". Dietro di loro tante mamme, molte vestite di nero che espongono la foto dei loro familiari morti. Più avanti una gigantografia di Marianna, nove anni, l’ultima bambina morta di tumore due giorni fa a Carinaro.
 
Arriva anche don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, che più di altri sta interpretando il grido di dolore della cosiddetta “terra dei fuochi”. I manifestanti applaudono, lo accolgono quasi come un eroe. Ma è proprio don Patriciello a sottolineare che "In queste terre gli eroi non servono, soprattutto  gli eroi morti. Noi vogliamo essere solo gente normale che vuole vivere liberamente in una  terra che non è più avvelenata”. E poi rivela che è  reduce da un incontro con il presidente della Repubblica, Napolitano, a cui ha consegnato le foto delle mamme con i loro figli morti. “A Napolitano – afferma il sacerdote -  ho detto di essere parroco della 'Terra dei fuochì, e lui mi ha risposto che il termine non gli piace, che vorrebbe tornare a poterla chiamare 'Campania felix'. Purtroppo, però, questo -  ha spiegato Patriciello, non è possibile perché i roghi in quelle aree sono quotidiani”.  Il corteo, intanto, si ingrossa a vista d'occhio. Ai lati della strada la gente applaude. C’è chi si accoda man mano che prosegue nel percorso lungo il corso principale di Casale. In piazza Mercato, dove si conclude la manifestazione,  un giovane legge un lungo elenco di richieste per porre fine a quello che viene definito da chi protesta un genocidio silenzioso che fa strage di persone di ogni età da ormai vent'anni. In cima alla lista: "Bonificare queste terre". In chiusura la parola a tre preti: Don Carlo Aversano, parroco della Chiesa del Santissimo Salvatore di Casal di Principe,
 “La camorra ha operato con l’assenza dello Stato – dice don Carlo -  Ci chiedono sempre a noi casalesi: “ma voi dove stavate? Io rispondo: “E dove stava lo Stato? E Questa sera dove sta lo Stato?” Si domanda don Carlo.  “Queste battaglie si vincono se diventiamo davvero un popolo. Il seme questa sera è don Peppino Diana. Un seme che ha già dato buoni frutti”. Poi tocca al padre comboniano, Alex Zanotelli.  “Mi auguro che queste manifestazioni rimangano espressione della cittadinanza attiva. Fuori i partiti da qui. Io non sono un anti politico,. Ma oggi la politica è  prigioniera dei poteri forti. Non facciamo, però, l’errore di dividerci. Tutti i movimenti devono lottare insieme”. Le conclusioni a don Patriciello: “Quello che viviamo oggi è frutto di un patto scellerato fatto tra la camorra, la politica e gli industriali. Ci sono stati industriali criminali che hanno portato qui i rifiuti tossici, camorristi che gliel'hanno permesso e politici che hanno venduto il territorio per un piatto di lenticchie”. I camorristi certo non capivano gli effetti dei solventi e delle sostanze chimiche nei terreni. Ma gli industriali si. L’industria sapeva bene che cosa ci stava portando in Campania. Perciò ho chiesto alla Confindustria di scendere in campo insieme a noi, se esistono ancora gli industriali onesti, per risanare le nostre campagne”. In ultimo l’invito a partecipare alla prossima manifestazione popolare, il  4 ottobre prossimo, da Orta a Caivano. Una marcia che sarà guidata dal vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo.

2 commenti:

  1. Lo Stato non c'è mai in queste occasioni...ricordate il funerale di Falcone? C'erano tutti,intacchiniti con la maschera del dolore...la folla reagi con sputi dignitosi....maledetti tutti coloro che hanno agito,che lo hanno permesso...

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  2. Ieri lo Stato quello vero che affonda le proprie radici nel Popolo era presente a Casale, anzi era Casale!

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