sabato 6 ottobre 2012

I PRETI DI CASAL DI PRINCIPE GUIDANO LA FIACCOLATA CONTRO L'ABUSIVISMO: "ORA PERCORRERE LA STRADA DELLA LEGALITA'"


E’ arrivata davvero tanta gente. Più di tremila persone hanno risposto all’appello dei parroci di Casal di Principe per fermare gli abbattimenti della case abusive. Alle 20 in punto di venerdì  5 ottobre, migliaia di fiaccole accese si sono mosse in silenzio dal piazzale antistante il cimitero, invadendo il centro della città. Davanti al lungo serpentone i parroci di Casale: Don Franco Picone, don Carlo Aversano, Don Delio Pellegrino, don Franco Manzo, don Paolo dell’Aversana, don Sebastiano Paolella. Sui marciapiedi, ai lati del corteo, decine di persone. Man mano che il corteo avanzava di ingrossava. “Questa è una chiesa che non si tira indietro di fronte ad un disagio sociale così evidente – ha detto don Carlo Aversano - e si sporca le mani mettendosi in prima fila per chiedere una seconda opportunità per chi ha sbagliato. Questa marcia è un segno di speranza e di cambiamento per un paese devastato sotto il peso dei clan della camorra”. In prima fila le madri di famiglia, tantissime, e i giovani, a centinaia. Don Franco Picone, vicario della Diocesi di Aversa: “Ecco, riconosciamo gli errori. Ma adesso vogliamo voltare pagina. La chiesa è a fianco dei casalesi che vogliono percorrere la strada della legalità. Alle istituzioni, alla Procura generale, chiediamo di darci una mano e dirci come fare”.

Tra Casal di Principe, Casapesenna, e San Cipriano d'Aversa sono state censite almeno 3mila case abusive con oltre 1000 sentenze di abbattimento. Le prime due sono già state abbattute. Almeno quindici saranno distrutte nelle prossime settimane.

 
“Abbiamo sbagliato, vogliamo riparare. Come?” recita lo striscione portato da decine di ragazzi. Come ad esibire la distanza tra la gente di casale e la camorra che è stata disarticolata sotto i colpi inferti dalla magistratura.

 Dei politici, quelli che hanno rappresentato per anni questo territorio in parlamento: Nicola Cosentino, Gennaro Coronella,  Giovanna Petrenga,  nessuna traccia: “Se fossero venuti qui – dice una donna che di professione fa l’insegnante - non avrebbero ricevuto grandi accoglienze”. “Non abbiamo più interlocutori politici – afferma invece un signore sulla sessantina, capelli bianchi e baffi – ci hanno lasciati soli. Mentre noi siamo qui in piazza, per difendere le nostre case, loro sono impegnati a difendere le loro poltrone nel congresso del partito. Eppure li abbiamo votati, gli abbiamo dato fiducia. Il risultato è che il nostro paese ha il marchio infamante della camorra. E per di più  ora ci buttano giù anche le case”.

 
La conclusione in Piazza Villa affidata al Vescovo di Aversa: “Per troppi anni siamo rimasti indifferenti al bene comune. Abbiamo sbagliato. Adesso dobbiamo rimediare. Tante cose non funzionano perché il nostro modo di entrare in rapporto con la realtà è più attento al privato che al bene collettivo. La solidarietà deve sostenere chi è in difficoltà e poi far crescere una migliore consapevolezza. Noi faremo la nostra parte ma trovare alternative non tocca a noi, ma alla politica. Da adesso si cambia strada. Si percorre la via della legalità”

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