giovedì 4 ottobre 2012

LE ACLI ADERISCONO ALLA PROPOSTA CGIL DI TUTELARE LAVORATORI AZIENDE CONFISCATE ALLE MAFIE.

 Altre adesioni alla campagna "Io riattivo il lavoro lanciata dalla Cgil. E' la volta della Acli, che ha deciso di sostenere la proposta di legge promossa dalla CGIL per l'emersione della legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Lo riferisce  in una nota l'Associazione, annunciando la partecipazione del loro presidente, Andrea Olivero, alla presentazione dell'iniziativa oggi a Roma. La campagna «Io riattivo il lavoro» della Cgil nasce perchè - dicono i dati - il 90% delle imprese confiscate finisce per fallire e a pagarne le conseguenze sono i lavoratori. «Il lavoro - afferma nella nota Andrea Olivero - è una delle risposte principali allo strapotere mafioso e non possiamo quindi permettere che i lavoratori delle aziende sequestrate perdano il loro posto e restino senza reti di protezione, pagando per colpe che non hanno commesso».

La proposta della Cgil sostenuta dalle Acli prevede l'accesso automatico alla cassa integrazione per i lavoratori interessati, incentivi ai datori di lavoro che assumono ex dipendenti di aziende confiscate e incentivi per i lavoratori disposti a rilevare l'azienda.Oltre a questo, la nota riporta altre idee, tra cui quella del congelamento dei debiti dell'azienda e l'istituzione di un fondo ad hoc per garantire il credito e fornire agli istituti bancari le garanzie per favorire la continuità dell'attività produttiva. «Combattere la mafia - conclude Olivero - significa combattere i patrimoni della criminalità organizzata e riconsegnarli alla comunità perchè possano produrre buona economia e buona occupazione. I beni confiscati alle mafie - precisa - non vanno messi all'asta, col rischio di nuove infiltrazioni delle organizzazioni criminali.

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