mercoledì 17 ottobre 2012

IMPRENDITORE DI PIGNATARO MAGGIORE RITRATTA LE ACCUSE NEI CONFRONTI DI ESPONENTI DEL CLAN LUBRANO-NUVOLETTA

Succede anche questo ai processi di camorra, nonostante i colpi inferti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura ai clan casertani.  Oggi Luca Viggiano, un piccolo imprenditore titolare di una pizzeria oggetto di un attentato incendiario nell'agosto del 2004, ha ritrattato le dichiarazioni rese in un lungo interrogatorio del 16 gennaio 2008 nel quale aveva parlato di minacce e tangenti pagate al clan. Viggiano fu uno dei grandi accusatori dei boss di Pignataro Maggiore, paesino del casertano per anni regno del potente clan Lubrano-Ligato, imparentato con i Nuvoletta e alleato dei Casalesi. Viggiano lo ha fatto davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Maria Alaia), dove è in corso il processo a carico di otto tra esponenti di spicco e semplici affiliati al clan Ligato, tra cui il boss Raffaele Ligato, già condannato per l'omicidio di Franco Imposimato del 1983, fratello del giudice istruttore Ferdinando Imposimato. L'accusa per tutti è di aver terrorizzato per anni con attentati e minacce decine di commercianti di Pignataro, costretti poi a pagare il pizzo.
 
 
Gli arresti furono eseguiti alcuni mesi dopo le dichiarazioni di Viggiano. «Non ho mai pagato tangenti ai Ligato n‚ ho ricevuto da loro minacce - ha detto il ristoratore - spesso Pietro e Antonio Ligato (anch'essi imputati, ndr) venivano in pizzeria ma non ho mai dato loro pizze gratis, le hanno sempre pagate, al massimo ho praticato loro degli sconti, ma lo faccio anche con altri clienti». Il pm Liana Esposito gli ha contestato le precedenti dichiarazioni ma Viaggiano non ha cambiato linea. «L'attentato del 2004 - ha spiegato Viggiano - fu opera di alcuni ragazzi che avevo mandato via dal mio locale perch‚ volevano che preparassi una pizza quando ormai era ora di chiusura». Dalle indagini era emerso che Viggiano pagava ogni mese tra i 300 e i 400 euro e che in almeno due occasioni aveva acquistato penne e gadget di cartolibreria dai Ligato. «L'ho fatto perch‚ erano miei clienti, ma non mi è stato imposto nulla» ha concluso».

Nessun commento:

Posta un commento